SOLIDARIETA’ ALLA LOTTA DEI LAVORATORI E LAVORATRICI DELLA RATIONAL

rimaflowadmin 27 Aprile 2017 Commenti disabilitati su SOLIDARIETA’ ALLA LOTTA DEI LAVORATORI E LAVORATRICI DELLA RATIONAL

 

Ieri siamo andati a portare la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne di lotta per il lavoro e la dignità che occupano la Rational di Massa , fabbrica metalmeccanica che produce lavatrici e che I padroni e le banche per speculare sull’area la vogliono chiudere, ma i lavoratori non mollano. La Rational deve continuare a lavorare. La loro lotta è la nostra lotta.

PER INFO ADESIONI ECC.: lavoratorirational@gmail.com
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Di seguito il loro racconto della lotta, ripreso da una recente iniziativa con Paolo Maddalena, Vicepresidente emerito della Corte Costituzionale.

Applicare la Costituzione: difendere e conquistare posti di lavoro!

Da oramai più di un mese come Lavoratori Rational stiamo portando avanti una lotta decisa e determinata per tenere aperta la fabbrica nella quale lavoriamo. Il 10 di marzo la proprietà ci informava che in ragione di un’istanza di fallimento, presentata da Banca Intesa per un insoluto di trecentotrentottomila euro nell’ambito del piano concordatario nel quale siamo inseriti dal 2014, l’azienda sarebbe fallita da lì a pochi giorni con conseguente licenziamento dei lavoratori e delle lavoratrici.

A partire da quella data ci siamo immediatamente organizzati in un presidio permanente innalzando la parola d’ordine LA BANCA NON MUORE DI FAME I LAVORATORI INVECE SÌ! Abbiamo messo al centro della discussione politica e sindacale cittadina il fatto che è inaccettabile che per la voracità di una banca un gruppo di lavoratori, dopo otto anni di sacrifici (CIG 2009-2012; contratto di solidarietà 2013-2017), rimanga senza il necessario per vivere. Abbiamo fatto emergere il fatto che la vicenda Rational si inquadra in quella drammatica sequenza di affarismi e speculazioni che troppo spesso hanno portato all’emorragia di posti di lavoro nella nostra provincia e che sono una delle manifestazioni della crisi che ha trasformato il nostro territorio in un cimitero di aziende.

Abbiamo fin da subito stabilito il fatto che QUESTO TERRITORIO NON DEVE PIÙ PERDERE UN SOLO POSTO DI LAVORO E CHE QUINDI L’OBBIETTIVO DELLA LOTTA DEVE ESSERE FINALIZZATO A MANTENERE LA PRODUZIONE!

Sulla base di questo abbiamo avviato un’intensa attività: “visite guidate” della fabbrica per dimostrare che la fabbrica non è morta e che può continuare a produrre il prodotto di eccellenza che in quelle linee nasce si sviluppa ed esce attraversando tutte le fasi produttive; sciopero e manifestazioni; assemblee cittadine e regionali con la presenza di diverse fabbriche della Toscana; interventi in Consiglio Comunale e la riapertura simbolica della fabbrica per dimostrare che la nostra professionalità non può e non deve essere dispersa.

Queste intense giornate di lotta hanno cementato da subito un fronte compatto fra i Lavoratori Rational, i Lavoratori di altre aziende e le forze Sindacali che fin dal primo momento hanno sostenuto con la massima energia l’iniziativa dei lavoratori (sia le forze sindacali rappresentate in azienda – FIOM CGIL e UGL – sia le forze che in azienda non sono rappresentate, ma che giustamente hanno deciso di fare propria la parola d’ordine non perdere un solo posto di lavoro come la UIL). Il fronte di lotta si è subito esteso al campo politico e istituzionale che non ha mai fatto mancare il proprio appoggio e che ha visto il Sindaco della città in prima fila in ogni iniziativa dei lavoratori.

VINCERE ALLA RATIONAL PER APRIRE UNA STRADA! è diventata in breve tempo la parola d’ordine che ha contraddistinto l’unità di indirizzo di questo fronte e che ha catalizzato attorno a sé una vasta solidarietà da parte di lavoratori di decine di aziende sparse sul territorio nazionale (e in alcuni casi anche internazionale, come per il messaggio di solidarietà inviatoci dai lavoratori della Kazova Diren di Istanbul) ma anche di Comitati Cittadini che si occupano dell’acqua pubblica e della sanità.

 

Nonostante tutto questo impegno, nonostante i positivi segnali emersi dal primo tavolo fiorentino che hanno sancito la possibilità di usufruire di ulteriori ammortizzatori sociali a sostegno della produzione e la possibilità da parte della banca di rinegoziare sulla scorta di un piano industriale il debito, l’azienda non ha voluto fare la sua parte! Spinta sull’onda della mobilitazione ad un tavolo locale, la proprietà si è presentata frammentata e non ha saputo fare altro che mettere sul tavolo un proposta inaccettabile: ridurre drasticamente il personale e avviare una newco con il beneplacito di lavoratori, Sindacati e Istituzioni. La risposta compatta di lavoratori, Sindacati e Istituzioni è stata un secco NO: 24 siamo e 24 dobbiamo rimanere! Davanti alla posizione dell’azienda anche le Istituzioni regionali hanno annullato i tavoli che sarebbero stati previsti da lì a poco con l’azienda.

Davanti alla manifesta e totale inaffidabilità dell’azienda i Lavoratori non si sono persi d’animo e davanti all’epilogo che in quella fase poteva prendere la vertenza hanno rilanciato la parola d’ordine “VOGLIAMO LAVORO NON CARITÀ!” stabilendo con chiarezza il fatto che la lotta non si può orientare verso ammortizzatori sociali che non siano finalizzati alla produzione ma deve tenere la barra dritta sul LAVORO, CREANDO LE CONDIZIONI affinché i lavoratori possano costituirsi in cooperativa e diventare protagonisti diretti del mantenimento dei posti di lavoro o individuando un’altra proprietà. Concetto questo che è stato ripreso e fissato da un documento del Consiglio Comunale del 05 aprile.

A seguito di questi sviluppi abbiamo continuato la lotta con iniziative tese a dimostrare che quando il lavoro è libero da affarismi e speculazioni può e deve essere un valore sociale utile a contribuire a risolvere i problemi della società. Il 12 aprile abbiamo riaperto la fabbrica e con le macchine lavatrici e asciugatrici che produciamo (con il sostegno di altri lavoratori, Sindacati e Istituzioni) abbiamo lavato le tute dei lavoratori delle altre fabbriche che a causa della mancanza di lavanderie interne vengono portate all’esterno dell’azienda con tutti i rischi che ciò comporta per l’ambiente e la salute. In piccolo abbiamo dimostrato che un lavoro utile e dignitoso non solo permette a chi lo svolge di poter mangiare, ma può e deve essere il motore per costruire una società migliore. Si tratta adesso di ripartire dai risultati raggiunti dal tavolo regionale del 13 aprile che ha aperto alle richieste dei lavoratori, per costruire le condizioni affinché il lavoro venga mantenuto.”

Lavoratori Rational

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